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Bollettino IACM del 29 Marzo 2006

Scienza: il THC protegge i cardiomiociti durante le crisi ipossiche

Un gruppo di ricercatori israeliani dell’Università Bar-Ilan a Ramat-Gan ha dimostrato, in studi sperimentali, che il THC protegge i cardiomiociti dai danni causati dall’ipossia. Il pretrattamento con THC per 24 ore di culture di cardiomiociti ha impedito la fuoriuscita dell’LDH dalle cellule, normalmente provocato dall’ipossia. La perdita di LDH (lattato-deidrogenasi) da parte delle cellule costituisce un segno di danno cellulare.

L’effetto protettivo del THC risultava mediato dal recettore CB2. L’attivazione del recettore CB2 da parte del THC ha indotto la produzione di ossido di azoto (NO). L’ossido di azoto induce un rilassamento della muscolatura liscia dei vasi sanguigni, con conseguente dilatazione delle arteriole ed incremento del flusso ematico. E’ lo stesso meccanismo che sottende l’azione della nitroglicerina e di altri farmaci usati nel trattamento delle cardiopatie, dato che tali composti sono trasformati dal corpo in ossido nitrico.

I ricercatori hanno anche osservato che il THC “probabilmente pre-abitua i cardiomiociti alle situazioni di ipossia.” La loro conclusione è che la loro ricerca “dimostra che il THC possiede effetti benefici sulle cellule cardiache e corrobora la proponibilità della marijuana per specifici usi medici.”

(Fonte: Shmist YA, Goncharov I, Eichler M, Shneyvays V, Isaac A, Vogel Z, Shainberg A. Delta-9-tetrahydrocannabinol protects cardiac cells from hypoxia via CB2 receptor activation and nitric oxide production. Mol Cell Biochem 2006; 2831 [1-2]: 75-83)

Notizie in breve

Italia: leggi sulla droga
L’8 febbraio il parlamento italiano ha adottato una legge sulla droga che abolisce la separazione fra droghe pesanti e leggere. Secondo la nuova legge, il traffico e il possesso di piccole quantità di droga possono essere puniti con la reclusione. I reati minori connessi alla droga saranno puniti con un’ammenda, il ritiro della patente o del passaporto (Fonte: Basler Zeitung dell’8 febbraio 2006)

Scienza: glaucoma
Un cannabinoide sintetico (WIN55212-2) e l’endocannabinoide anandamide hanno indotto il rilassamento dell’arteria retinica; tale effetto era mediato dal recettore CB1. Dato che una causa del glaucoma può essere la ridotta irrorazione arteriosa, non solo la riduzione della pressione intraoculare, ma anche il miglioramento della circolazione sanguigna provocato dai cannabinoidi potrebbe essere d’aiuto nell’affezione. (Fonte: Romano MR e Lograno MD. Br J Pharmacol 2006 Feb 13; [pubblicazione elettronica in anticipo sulla cartacea])

Scienza: neuroprotezione
Un cannabinoide sintetico (HU210) ha ridotto il danno al tessuto nervoso causato dall’agente chimico perossinitrito. Tale effetto non era determinato dalla stimolazione della secrezione dei corticosteroidi endogeni, ma da un’azione diretta del cannabinoide. Gli autori concludono che gli effetti benefici dei cannabinoidi sul danno al tessuto nervoso associato alla sclersosi multipla sono dovuti alla loro azione diretta. (Fonte: Yang C et al. Brain Res 2006 Feb 10; [pubblicazione elettronica in anticipo sulla cartacea])

Scienza: emicrania
Un gruppo di ricercatori ha scoperto che il sistema endocannabinoide risultava alterato nelle donne affette da emicrania. Erano ridotti i loro livelli ematici di anandamide per via dell’aumentato catabolismo dell’endocannabinoide nelle piastrine. Non si sono invece trovate differenze fra uomini che soffrivano di emicrania e controlli sani. Gli scienziati concludono che la ridotta concentrazione di anandamide “potrebbe abbassare la soglia della dolorabilità e forse spiegare la prevalenza dell’emicrania nelle donne.” (Fonte: Cupini et al. Cephalalgia 2006; 26 [3]: 277-81)

Scienza: schizofrenia
In questo studio della durata di 12 mesi sono state indagate le modificazioni della sintomatologia psichiatrica e dell’uso di sostanze di pazienti affetti da disordini di tipo schizofrenico. 147 pazienti sono stati valutati all’atto dell’arruolamento nella sperimentazione e seguiti prospetticamente per 12 mesi. Il 50.3% dei pazienti era stato diagnosticato come facente abuso di sostanze, il 35.6% aveva patologie da alcool, mentre il 35.1% faceva uso di cannabis. L’abuso di sostanze non ha influenzato i sintomi della schizofrenia durante il corso dello studio. Peraltro, l’abuso continuativo di sostanze psicotrope appariva associato a più elevati livelli di depressione ed ansietà in pazienti affetti da schizofrenia. (Fonte: Margolese HC et al. Schizophr Res 2006 Feb 3; [pubblicazione elettronica in anticipo sulla cartacea])

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